Lo smart working non va in vacanza ma l’emergenza sì: il complesso ritorno dell’accordo individuale

Dal 1° agosto lo smart working uscirà dalla fase emergenziale.

Come è noto, per effetto della decretazione di emergenza, il ricorso allo smart working è stato temporaneamente esonerato dalla necessità di un accordo individuale con il dipendente interessato, prevista dalla L. 81/2017.

Questa applicazione non ordinaria cesserà il prossimo 31 luglio ed entrerà così in vigore una nuova procedura semplificata di comunicazione al Ministero del Lavoro: il datore di lavoro continuerà ad inviare un file contenente i nominativi dei dipendenti interessati; in aggiunta dovrà tuttavia dichiarare di essere in possesso, per ciascuno, dei relativi accordi individuali sull’utilizzo dello smart working da esibire, a richiesta, allo stesso ministero, all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Inl) e Inail.

Questo adempimento aggiuntivo ha già creato, per così dire, qualche mal di pancia, poiché presupporrebbe la convocazione in azienda, entro il 31 luglio 2020, di tutti i lavoratori in regime di smart working per la sottoscrizione degli accordi individuali; una situazione che creerebbe innegabili disagi organizzativi e logistici per chi, peraltro, è tenuto al ferreo rispetto dei protocolli di sicurezza sanitaria. Immaginiamo poi che il ritorno in azienda, seppur per i pochi minuti necessari a tale adempimento, non sarebbe una felice notizia anche per i molti lavoratori che in regime di smart working si trovano già in località di vacanza.

La soluzione più logica sarebbe certamente a portata di mano: consentire che lo scambio del testo dell’accordo e della firma del lavoratore possa avvenire da remoto, via e-mail aziendale (abbinata magari a sistema di autenticazione a doppio fattore per essere certi della paternità della sottoscrizione). Tuttavia, ciò che è più ovvio e banale non sempre è certo e attuabile: ad oggi, nonostante le varie segnalazioni al riguardo, non sembra esserci stato ancora un chiarimento definitivo della questione.

Un dato è comunque evidente: lo smart working sarà una delle hitdi questa estate; lo conferma la convocazione delle parti sociali da parte del Ministro del Lavoro prevista per gli inizi di agosto e che avrà a oggetto un confronto sugli scenari regolamentari dello smart working. Anche gli ultimi dati, del resto, dimostrano che il suo utilizzo massivo durante il lock down ha certamente avviato una tendenza destinata a non esaurirsi, che consoliderà la propria presenza nel mondo aziendale e del diritto del lavoro.